o8/Settembre/23

La terza edizione di “In Ordine Sparso” va in scena a Roma

Anche quest’anno ho il piacere di sostenere il progetto In ordine sparso, un evento artistico giunto alla sua terza edizione e nato nel 2021 per sostenere la ricerca di Airc contro il cancro. Lo scorso anno lo spazio espositivo accolse più di 200 persone, raccogliendo circa 2000 euro devoluti alla ricerca. Una gran bella emozione alla quale sono stata fiera di partecipare come fotografa espositrice.

Ormai sembra essere un appuntamento fisso quello con In ordine sparso. Durante l’anno gli organizzatori comunicano agli artisti il tema principale della mostra e, noi, abbiamo mesi e mesi a disposizione per pensare e produrre due opere. Se lo scorso anno il fil rouge di fotografie e quadri erano i colori, la parola chiave della terza edizione sarà: il tempo. Un concetto davvero difficile da rappresentare ma che ha tirato fuori tante belle idee che non vediamo l’ora di mostrare al pubblico.

Come lo scorso anno, il mio scatto è nato durante un viaggio, precisamente in Egitto. Guardando le piramidi ho scavato nei miei ricordi da bambina, divoratrice di documentari sulle antiche civiltà, facendo luce sulla testimonianza dell’archeologo Mario Pincherle. Dopo aver scoperto la torre di granito chiamata Zed posta all’interno della Grande Piramide di Cheope, l’uomo teorizzò che l’intera Piramide non fosse altro che una struttura difensiva dello Zed e che, esso, possa essere una “macchina del tempo”. Lo studio è accompagnato da un particolare aneddoto vissuto da lui stesso: adagiatosi  volontariamente dentro il sarcofago della Grande Piramide di Cheope, posizionato proprio sotto la struttura dello Zed, l’uomo perse completamente il “senso del tempo”. Uscito dalla camera, pensando di esserci rimasto alcune ore, scoprì che erano passati solo pochi minuti. Su questa esperienza Pincherle formulò il concetto di “Antitempo”, una sorta di dimensione parallela dove il tempo e gli eventi procedono contrariamente alla nostra realtà.

Pincherle non è il solo ad aver perso la cognizione del tempo. Una coppia di turisti ha ammesso di essersi recata all’interno della Piramide di Cheope e di aver sostato per qualche minuto nella sala del sarcofago. Erano le ore 9 e videro una strana luce azzurra che illuminava dall’interno la stanza. Uscirono dalla Piramide alle ore 9:10, circa 10 minuti dopo, ma il custode riprendendoli urlò loro di essere stati all’interno circa tre ore. Gli orologi di entrambi segnavano l’ora giusta e, tutt’oggi, non c’è soluzione logica a quanto accaduto. Gli studi recenti hanno dimostrato che, dentro la Grande Piramide di Cheope, l’attività cerebrale umana sia alterata e sottoposta allo stesso sforzo di chi medita, facendo perdere all’uomo la cognizione del tempo. Questo spiegherebbe i numerosi “incidenti temporali” avvenuti all’interno della Grande Piramide di Giza. Dunque le mie immagini scattate ai piedi della Piramide di Cheope sono solo un supporto della storia che voglio raccontare e che mi ha sempre affascinata. Il titolo “Macchina del tempo” vuole informare il pubblico sulla vicenda accaduta e mostrare le Piramidi sotto un diverso punto di vista. Per pochi minuti cerchiamo di non pensare a loro come edifici funebri, bensì come macchine del tempo, capaci di alterare la cognizione temporale umana.

Vi aspettiamo il 9 Settembre dalle ore 19 in Via Tiburno 33 a Roma presso il Risto Teatro Primo Piano.

Durante l’evento, la mostra fotografica e artistica sarà accompagnata da performance dal vivo con cantanti, musicisti, ballerini ed attori. Ad accogliere i visitatori ci sarà anche un’area food su prenotazione e un’area drink dove poter trascorrere il dopocena.

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