05/Novembre/22

Wilson Rodrigues: la fotografia come ancora di salvezza

Se mi chiedessero “qual è il tuo film preferito?” non saprei rispondere, o meglio, non saprei dare una risposta tutta d’un fiato, ci rifletterei e direi qualche titolo di Quentin Tarantino omettendo tutto il filone di film sentimentali che mi hanno resa un’ultima romantica. Senza dubbio, però, ci sono dei film  che hanno segnato la mia adolescenza come nel caso di City of God, una rappresentazione nuda e cruda delle favelas brasiliane diretto da Fernando Meirelles e Kàtia Lund nel 2002. La condizione posta da uno dei leader della favela per filmare nella zona era quella di inserire gli abitanti della tendopoli come attori e comparse della pellicola. Questo rese la storia ancora più credibile, donando al pubblico una perfetta testimonianza di quello che sembra essere più un girone infernale che un sobborgo cittadino.

La pellicola riprende la storia dell’omonimo romanzo Cidade de Deus di Paulo Lins, edito nel 1997, che racconta la vita di una delle 763 favelas di Rio de Janeiro: la città di Dio, nata nel 1981 e esiste ancora oggi.  I protagonisti vivono la loro adolescenza tra la fine degli anni sessanta alla metà dei settanta, tra la criminalità e i sogni nel cassetto di qualunque ragazzo al mondo, con la sola differenza che, per un abitante della favela è ben più difficile emergere e cambiare radicalmente vita.

L’ancora di salvezza dalla guerra tra bande rivali e il mezzo per il riscatto sociale sembra essere proprio la fotografia. Il protagonista della storia Buscapè ha appena  tredici anni quando si rende conto di quanto le sue idee fossero lontane dallo stile di vita criminale dei suoi coetanei. Il traffico di cocaina, gli omicidi, la delinquenza giovanile, la corruzione della polizia e le guerre tra clan non gli si addicono, per questo motivo inizia a lavorare come fattorino per un quotidiano di Rio de Janeiro, distribuendo le copie in città.

Paulo Lins, autore del libro, costruisce il personaggio di Buscapè ispirandosi alla storia del fotoreporter brasiliano Wilson Rodrigues, cresciuto proprio nella Città di Dio. Rodrigues si trovò casualmente ad immortalare con una serie di fotografie uno scontro tra clan rivali nella lotta per mantenere il potere della zona. In quei giorni, migliaia di morti inondano i vicoli della favela e la notizia farà il giro di tutta Rio De Janeiro proprio attraverso le foto di Rodrigues ragazzo. La pubblicazione degli scatti su diversi giornali cambierà la sua vita per sempre, permettendogli un futuro come fotogiornalista lontano dalla criminalità delle favelas.

La storia del fotoreporter diventa un esempio per milioni di ragazzi che affollano le favelas sudamericane e che sognano un futuro ancora troppo lontano dalla loro realtà. La fotografia come riscatto sociale del protagonista attirò talmente la mia attenzione da adolescente che, ad oggi, City of God è il film che mi ha insegnato quanto un sogno possa cambiare la vita.

“Nella Città di Dio, se scappi sei fatto, e se resti sei fatto lo stesso.”

– dal film City of God

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